Non è più un paese, non lo è mai stato , un gruppo di case intorno alla ferrovia e all’acqua minerale, l’acqua di Nocera Umbra della premiata ditta Bisleri di Milano. Produceva anche un liquore il Ferro-China Bisleri che davano ai bambini gracili: ferro + acqua di nocera+ alcool= una bomba. Chi sa che ne direbbero oggi? Poi Bisleri morì e l’azienda passò di mano senza più il prestigio del fondatore; poi le acque diminuirono per la captazione selvaggia che cominciarono a fare i perugini, che in cima al colle da cui hanno da sempre dominato l’Umbria con l’arroganza che gli è propria, hanno avuto sempre più bisogno di acqua, rubandola dove gradiva loro. C’è una chiesa e un prete in questo angolo d’Umbria e oggi domenica io sono qui per la messa. Vengo per pregare Dio, per incontrare il sacerdote amico di una vita, per vedere Antonio al quale quel cromosoma in più in posizione 21 ha regalato occhi sognanti, e amore per gli altri. E’ l’ombra di don Germano, chierichetto capo ad honorem, e il vecchio prete, arcigno e scontroso del suo, non riesce a nascondere questo affetto senile. Vengo per vedere il perpetuo, indefesso organizzatore della cerimonia, muoversi leggero quasi lezioso nonostante il corpaccione terrigno. Vengo per inumidire gli occhi nell’ascolto del coro al suono della chitarra, nell’ammirare i gesti molli ed eleganti delle giovani coriste che accompagnano le note. La bella chiesa ricostruita dopo il terremoto del 97 è piena. Tutta la comunità partecipa al rito e c’è gente di Nocera e Foligno. Nell’ultima bancata un po’ in disparte siede anche un giovane uomo di colore raccolto in preghiera. Don Germano comincia ad essere provato dagli anni. Si vede da come si muove, dalla difficoltà nel piegare gli arti al momento dell’elevazione, ma la voce è possente e trascinante come sempre. Non molla. La settimana è trascorsa, domani ne comincerà un’altra, chi sa cosa ci porterà, ma domenica torneremo qui a rinfrancare l’anima, se Dio vorrà.