Lunedì 9 Settembre 2019  a Roma.

 

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Le strade che portano a Piazza Montecitorio sono sbarrate da Carabinieri e Polizia.

Dalla piazza si propaga il clamore di una folla che applaude, grida e rumoreggia alle parole degli oratori che si susseguono sul palco a ridosso dell’obelisco che guarda palazzo Montecitorio.

E’ gente arrivata presto, e una volta riempita la piazza sono state messe le transenne.

I nuovi arrivati premono ma non vengono lasciati passare, chissà se per motivi di sicurezza, dato lo spazio angusto della piazza, o, come alcuni gridano, per perverso favore della questura al nuovo potere che si sta insediando.

In modo che l’informazione possa dire che i manifestanti erano in numero contenuto.

A ben guardare tra quelli in piazza e quelli nelle strade laterali ci sono migliaia di persone probabilmente decine di migliaia.

Tricolori al vento, non simboli di partito, aria di festa un pò incattivita , una protesta vociante contro coloro dentro palazzo Montecitorio che stanno votando la fiducia al nuovo governo.

Dal palazzo non segni di vita, porte e finestre sprangate.

Timore di un assalto alla Bastiglia.?

La manifestazione è pacifica, non ci sono scontri con le forze armate che sbarrano gli accessi. Discorsi dal palco, discorsi dei big, e dei meno noti, ovazioni alla Meloni che ha organizzato la manifestazione , tripudio all’arrivo di Salvini.

Stando dalla parte privilegiata della piazza lasciata ai giornalisti e alle telecamere, l’impatto della folla vociante davanti al palazzo sprangato comunica, come altre volte, come spesso, oggi ancora di più,  la sensazione di una divaricazione tra popolo e istituzioni.

Ancorché popolo di parte, ma non tutto di parte, perché accanto a giovinastri che fremevano saluti con il braccio teso, c’erano donne dall’aspetto di casalinghe, anziani, facce di operai , varietà sociali. Alcuni, intervistati dichiarano la loro appartenenza di sinistra.

La manifestazione è solo una delle tante che si celebrano a piazza Montecitorio, anche se straordinariamente partecipata.

Passati i giorni, archiviata la pratica della fiducia al nuovo governo tutto tornerà alla normalità. Basterà aumentare il debito, concedere qualche nuova prebenda al popolo, nuovi programmi d’intrattenimento e di pacchi in TV, il campionato del pallone che riparte, e calerà l’interesse per le cose della politica. Se ne parlerà la sera nei talks dove interessati guru del pensiero metteranno in campo la rappresentazione teatrale, che solleticherà passioni farlocche destinate alla rassegnazione. Al grido di Francia o Spagna purchè se magna , il nuovo governo si accinge a governare come da prassi.