UN RICORDO DI DOMENICO TINI

Siamo stati insieme per vent’anni, gli anni della nostra giovinezza, del sacrificio e dell’amore per i malati. …….le notti a cucire ferite, a palpare addomi dolenti, a trasportare i sofferenti ai raggi, a prepararli per la sala operatoria…….. e, nelle pause, a prendere caffè e fumare sigarette, e qualche breve riposo su barelle accostate al muro della medicheria, noi medici più agevolati sul letto della guardia.    C’erano Lalla, Pellegrino, Palma, Graziano, e…… con te in sala operatoria.    E c’erano Negri e poi Furiosi, e poi c’eravamo noi: Leo, Ansuini, Appignanesi e gli altri…………………………..

Tu sempre gioviale, allegro, fascinoso, con il tuo modo di fare, ruffiano-ironico quando volevi, dispettoso se non ti andava, ma sempre amabile.             Siamo stati insieme vent’anni e poi io e gli altri via, e tu ancora lì per un po’.     Dopo, quando ho avuto bisogno di qualcuno ti ho cercato.         Non potevo cercare altri che te.      E sei venuto, allegro e gioviale come sempre, ad aiutarmi, a sostituirmi nella sventura che mi era occorsa in casa.            E mi parlavi di Guglielmo, sembrava ti meravigliassi che fosse uscito da te un tale portento, quasi timoroso a pensarlo, quasi da attribuire il merito ad Auletta, la tua incredibile sposa e amica della vita.        Marco, l’altro, era più simile a te, più birichino, come ricordavi di essere stato tu alla sua età.            Hai messo il tuo nome nella lunga lista dei nostri cari che non sono più.        Ma in qualche parte dell’universo vi sarete raccolti!          Diteci il luogo, per quando sarà il nostro turno, che non abbiamo a sperderci nelle strade dell’universo

Marcello paci