Identità e crisi della civiltà occidentale
La civiltà occidentale ha grandi colpe, come qualsiasi civiltà umana. Ha violato continenti e religioni, ha scatenato e subito guerre, genocidi e persecuzioni, ma da 2mila 500 anni ha la capacità, da quando gli orafi greci lavoravano per gli sciti , di accogliere le tradizioni, i miti, le religioni, gli esseri umani. Non solo accoglienza, anche insegnamento e apprendimento dagli altri e poi come in una sorta di crogiolo la capacità di rimescolare tutto, di creare novità che si impongono nella realtà storica. Tutto Il mondo diventò ed ancora è romano e quest’anima antica ci consente ancora oggi di passeggiare , e fantasticare e capire davanti alla cattedrale di Chartres, al prato dell’università di Cambridge, o presso le colonne tortili della reggia di Granada. Lontano dal pessimismo di Osvald Sprengle, dell’ottimismo idealistico di Benedetto Croce, ci soccorre il messaggio di speranza del filosofo olandese Johan Huizinga. La crisi della civiltà occidentale riscoprendo le radici cristiane nella quale la romanità si è trasfigurata impedirà il caos e la casualità da cui sembriamo dominati. Consentirà di inventare e realizzare nuove opportunità nella continuità di un messaggio che parla di eternità.