Tra il 165 e il 180 D.C. nell’Impero Romano imperversò una peste di vaiolo. Dall’Asia minore alla Gallia si diffuse in maniera massiccia e incontrollabile come racconta un grande medico del tempo, Galeno. Si diffuse a Roma ad opera di legionari reduci dalla campagna contro i Parti. Ne morì l’imperatore Lucio Vero chiamato Antoninus da cui il nome di peste antonina che fu dato all’epidemia. Cassio Dione, storico, e anche lui contemporaneo, parla di 2000 morti al giorno nella capitale dell’Impero. La malattia da allora diventò endemica e continuò a mietere vittime in tutto il mondo, specie in Europa. Si pensi che nel XVIII secolo di vaiolo morivano solo in Europa 400 mila persone all’anno. E dei sopravvissuti un terzo diventava cieco. Già in Cina e in India, da millenni avevano imparato che inoculando sottopelle ad una persona sana, materiale prelevato da una pustola di una persona malata, si creava uno stato di immunità nel ricevente. Se a questi poi accadeva di entrare in contatto con il virus del vaiolo, non si sviluppava la malattia. Ora nel XVIII secolo in Inghilterra un medico di nome Jenner, si accorse che individui che avevano a che fare con le mucche affette da vaiolo, infettandosi con le pustole degli animali, non sviluppavano la malattia e si immunizzavano. Quasi che il virus del vaiolo che colpiva gli animali fosse meno virulento di quello umano. Pertanto decise di usarlo su un figlio. Tutto andò bene e cominciò l’era della vaccinazione non solo per il vaiolo, ma anche per altre malattie virali. Dal prendere materiale dalle pustole dei primi esperimenti di Jenner, si passò all’isolamento dei virus e all’inoculazione di tratti degli stessi o del virus intero reso innocuo, in modo che non si sviluppava la malattia, ma solo l’immunità. Dunque si inoculava il virus che veniva trattato con sostanze che diminuivano la sua vitalità, o tratti dello stesso. Entrambi non in grado di scatenare la malattia ma solo di innescare la risposta immunitaria fatta di produzione di anticorpi e dell’attivazione di linfociti killer che distruggono l’ospite indesiderato. L’epidemia attuale da Covid che ci sta massacrando da circa un anno, vedrà nei prossimi giorni l’inizio della vaccinazione di massa che si spera porrà fine al moderno flagello. Il vaccino della Pfizer con cui si inizierà, sarà seguito da molti altri già approntati o in via di completamento. Questo della Pfizer è un vaccino rivoluzionario, il primo rispetto al passato che utilizza un frammento del codice genetico contenuto nell’RNA di cui è fatto il virus. Questo frammento inoculato nella cellula innescherà la produzione di una proteina che è quella con cui il virus si attacca alle cellule per entrarci dentro e infettarle. Dunque questo vaccino non è in grado di provocare la malattia, ma solamente di indurre la risposta immunitaria. Così la persona vaccinata se e quando verrà a contatto con il virus vero, avrà già gli anticorpi e linfociti killer che impediranno al virus di attaccarsi alle cellule e infettarle.
A proposito si chiamano vaccini per ricordare il primo di Jenner che aveva a che fare con le vacche.