Non ancora terminata la nuova strada “Valle del Chienti”, è iniziato il cantiere della tangenziale nord.
L’impatto ambientale dei lavori è dirompente.
Cancellate storie di secoli vissute nelle case dei paesi abbandonati che le mura ancora raccontano, scomparsa la memoria dei viaggiatori del “Gran Tour” ammaliati dalla bellezza della montagna e della pianura umbra sottostante, con il limitare di Spoleto da un lato e di Perugia dall’altro.
Il nastro d’asfalto s’immerge in gallerie che perforano il ventre delle montagne, per poi riapparire come una ferita nel bosco abbattuto o su grandi viadotti che di nuovo si affondano come spade affilate nel ventre della montagna seguente.
Accanto persiste, deturpata, a tratti cancellata, la vecchia strada che discretamente seguiva il profilo della montagna e cavalcava le asperità del terreno.
L’opera è presentata come indispensabile infrastruttura per collegamenti e trasporti su gomma, che erano stati condannati in passato, proposti ora come volano di sviluppo.
A rischio la sopravvivenza dei paesi distrutti dal terremoto e mirabilmente rimessi in piedi ma lontani dalla nuova strada.
La costruzione della tangenziale nord metterà in comunicazione la ss. Valle del Chienti con la Flaminia. Parte dal “Panda” e arriva a “Ponte Centesimo”.
Il cantiere si fa strada nella campagna dove passava l’antica Flaminia di cui sono tracce alcune tombe e più a nord sostruzioni e edicole.
La distruzione del territorio sembra essere diventata un nuovo credo, quasi valore assoluto cui aderire con la fede cieca dei neofiti.
Sull’altare della nuova religione si celebrano riti che lasceranno in eredità: asfalto, viadotti e gallerie, sostituti futuri delle chiese, dei monumenti civili, delle case.
Non più piazze o prati o campi per la vita degli uomini, ma svincoli e rotonde, cavalcavie e sottopassi: le città posti di smistamento per le infrastrutture circostanti.
Ma la difesa del territorio che la nostra costituzione sancisce con l’articolo nove, e che nei paesi che prendiamo spesso a modello è attuata mirabilmente, è un optional buono per essere propagandato solo in campagna elettorale?
La crisi economica del paese, impone la ricerca di peculiarità che possano avere uno sviluppo economico. Dunque la straordinaria bellezza del territorio, la ricchezza del patrimonio storico, archeologico e artistico sono un’occasione da non perdere.
Marcello Paci
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