A mia madre
Sono qui,
in questa stanza buia e angusta,
all’ombra del Pantheon.
Non c’è più niente che mi tenga ancora in questi luoghi.
Ma, guardando oltre la parete, con gli occhi del cuore,
vedo le due finestre non lontane di via dei Pastini.
Lì, tu, con il babbo e Tarquinio,
vivesti una breve stagione,
io ancora nella mente di Dio.
Poi io e te da soli,
altrove,
nella grande casa della nostra vita.
Tu china sulla macchina da cucire,
io sui libri e le carte.
Ora solo, tengo viva la memoria nell’ufficio di sempre,
del leggere e raccontare. …
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