Il malato calabrese

Erano venuti la notte dalla Calabria: il malato, e i famigli, uomini e donne in numero cospicuo .   Lui era stato operato alcuni mesi prima da noi o meglio dal professore, io ero stato il suo aiuto.  Ci trovavamo lì di nuovo in quella clinica per una serie di interventi.   Il malato calabrese stava bene, non aveva problemi, però voleva quella visita di controllo e con lui si era spostato tutto il clan.    La fiducia nei nostri confronti era totale e incondizionata, solo noi potevamo vederlo, solo noi non altri . Non era giorno di visite o controlli,  noi eravamo impegnati in sala operatoria.   Ciononostante, in una   breve pausa, li raggiungemmo al bar della clinica dove ci aspettavano.   Erano seduti intorno ad un tavolo, tutti intorno al capo-clan, che sedeva in posizione centrale.              Questi non era l’anziano del gruppo come ci si sarebbe aspettato.   Sostituiva il vero anziano, che appariva sempliciotto,  logorroico, inconcludente.   Questi pronunciava parole di un dialetto stretto, incomprensibile.                                                                  Nel parlare sentiva la necessità di toccarci , con rispetto, con una familiarità deferente ,ma pretesa .   Il capo parlava poco, celebrava il rito, noi da parte nostra non potevamo né dovevamo  sbagliare nulla.    Ne sarebbe andata della nostra credibilità con conseguenze non immaginabili ma certamente spiacevoli.    Dunque ascolto attento di quanto ci doveva raccontare il malato ( che non era l’anziano , né il capo-clan) riguardo il suo stato di salute.     Ascolto attento ma distaccato in accordo con il piedistallo dove ci avevano messo.   Accondiscendenza contenuta alle loro richieste, ma comunque accondiscendenza.                                            L’operato stava bene, non avrebbe avuto bisogno di fare quel lungo viaggio, ma tant’è.    Alla fine regali in natura portati dalla Calabria.    E pagamento del conto delle consumazioni con mance generose ai due baristi.                                                                            Ripartirono  ed era chiaro che a quel punto anche se il malato fosse andato male, tutto era a posto e regolare.